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Immagine del redattoreLeo Gheza

Patagonia 2023

El Chalten, Argentina // Cochamó, Chile // Gennaio – Febbraio 2023


È il 31 dicembre, arriviamo ad El Chalten in tempo per l’ultimo dell’anno, la prima idea è subito: bello dai un brindisi dall’altra parte del mondo a mezza notte! La realtà poi è stata che alle 10.30 dormivamo e l’uno eravamo già in falesia a scalare. Questa volta con me anche Magda, la sua prima volta qua per vedere e toccare il granito della skyline più bella al mondo. Qua al Chalten ad aspettarci Teo Della Bordella con Lio e Arianna, anche lui è sceso con la family. I progetti di me e Matteo sono grandi quest’anno ma d’altronde si cerca sempre di puntare in alto, e tutto sommato non è andata male anche se ha fatto una stagione davvero pessima a livello di ‘finestre’ realmente utilizzabili.



Il 09 gennaio partiamo in 3 con noi anche il mitico Sean Villanueva, l’obbiettivo è aprire una nuova via sulla parete Est della Mermoz (la cima di fianco al Fitz Roy) raggiungiamo il Passo Guillaumet nel primo pomeriggio super carichi con portaledge, ci accompagna anche Magda il suo obbiettivo invece è quello di volare con il parapendio . La mattina del 10 sveglia alle 3.30 attraversiamo il ghiacciaio, saliamo il pendio ghiacciato e siamo presto alla base della parete. Lo zoccolo di circa 200mt è facile sul V grado con sacconi a spalle, purtroppo nel salire la corda sotto di me muove dei blocchi instabili e mi trancia 25 mt di una mezza corda... decidiamo di continuare lo stesso.

Sfruttiamo due tiri della via Ferrari e ci dirigiamo verso il centro della parete, un mare di granito tutto per noi, neanche una linea, abbiamo completa scelta. nel frattempo ci giriamo e vediamo Magda in volo, bravissima viste le condizioni! in quel momento l’ho invidiata... avrei voluto essere al suo posto, non in parete all’ombra...



Tiro dopo tiro proseguiamo e raggiungiamo la cima alle ultime luci con un tramonto pazzesco. Ne è uscita una via logica, “all clean” tutta a friend e stopper senza lasciare niente in parete, un’arrampicata varia quasi sempre in fessura molto fisica, liberata tutta fino al 7B (grado Patagonia) lo dico perchè qua non c’è niente di regalato, anche i 6b vanno guadagnati. Contenti e stanchi bivacchiamo comodissimi sulla ‘cumbre’, lo sforzo di continuare fino a sera ne è valsa la pena, l’alternativa sarebbe stata dormire in parete in 3 in una portaledge da 2.

Il giorno seguente giù le doppie dal Pilar Rojo e ritorno al Chalten in tempo per “hamburgherone” con brindisi al volo di Magda e alla nostra nuova via.



4 giorni dopo si ripresenta una altra buona finestra, sembrano 3 giorni stabili con alta pressione e caldo, anche se avrei preferito riposare di più la meteo non si comanda, quindi pronti via! Viste le buone condizioni decidiamo di provare il Fitz Travers. Lunedì 16 io e Matteo torniamo al Passo Guillaumet dove riposiamo e riorganizziamo il materiale, con noi tutto l’occorrete per 4 giorni e mezzo in parete.


La mattina del 17 partiamo alle prime luci sulla via Brenner, Teo parte come un missile e in un solo tiro di tutta conserva raggiungiamo la cima in poco più di due ore. Gli zaini probabilmente intorno ai 10 kg si fanno sentire, ma procediamo bene e in altre 4 ore raggiungiamo la cima della Mermoz! Siamo contenti il ritmo è buono 6 ore totali dal passo Guillaumet. Con un'altra buona dose di su e giù verso le 17.00 arriviamo al Bloco Empotrado, il nostro posto da bivacco. Una buona cena e una notte comoda ci ricarica le batterie (una busta disidratata a testa, mezzo materassino e un sacco a pelo in due).



La mattina del 18 partiamo in conserva sulla Casarotto ma dopo 6 tiri ci accorgiamo che è troppo faticoso con gli zaini e iniziamo a salire tiro per tiro nonostante questo arriviamo in cima al Pilastro Goretta alle 16.30, qua la spiacevo sorpresa, sulla via una cascata di acqua lo zero termico è troppo alto e il vento aumenta da Ovest così decidiamo di fermarci per la notte. Verso le 20.00 il consueto appuntamento radio con Magda per gli aggiornamenti, la meteo sembra peggiorata per venerdì 20, niente di buono. La mattina seguente saliamo i bellissimi tiri finali della Casarotto che ci portano sulla cima! Sono le 11.30 di giovedì 19 e siamo sulla cumbre del Fitz Roy. La giornata è bellissima! sole e poco vento, Magda sempre pronta risponde subito alla radio per gli aggiornamenti, è su una montagna di fronte a noi con Sean e gli altri ragazzi del paese per volare, purtroppo la mateo non ci da abbastanza garanzie per poter continuare sulla Poincenot, troppo instabile e troppo vento anche per le infinite doppie sulla parete sud della Poincenot, come le ha definite Honnold “ai confini del mondo” e se lo dice lui ci credo 🤣 Decidiamo di scendere pur avendo provviste per altri giorni, contenti comunque per il risultato perchè abbiamo concluso il Care Bear Travers in poco più di due gironi, cioè l’attraversata che parte dal passo Guillaumet e arriva sulla cima del Fitz.



Le lunghe doppie dalla Franco-Argentina ci riportano sul ghiacciaio, e successivamente altri 17 km al Chalten la sera stessa. Li ad aspettarci Magda che gentilissima pensando bene ci ha fatto trovare due hamburger pronti. Un super grazie va a lei, perchè il risultato finale lo si ottiene da più fattori, il suo è stato determinante con aggiornamenti meteo precisi ci ha tenuti aggiornati ogni giorno puntualmente, ma soprattutto sentire la sua voce lassù mi ha dato un enorme tranquillità, quando sei stanco morto fa davvero piacere, anzi fa la differenza. Un grazie anche al socio Teo, fortissimo alpinista preciso e metodico, che ha condiviso con me queste due salite in breve tempo.


I giorni passano veloci, arriva febbraio, una piccola finestra è in arrivo. Decido di sfruttarla con Magda anche lei deve toccare questo magico granito! Il piano inziale era di scalare il Pilar Rojo alla Mermoz ma viste le condizioni optiamo per la Brenner alla Guillaumet, con noi anche i due soci Marco Bermejo e Rigon, bella ciurma 🙃 Magda se la cava molto bene, prima volta in ‘fessura’ per lei. Procediamo abbastanza rapidi sorpassando alcune cordate e senza troppi intoppi siamo in cima! prima cumbre Patagonica per lei e 6° volta per me qua in cima. Il rientro sarebbe stato teoricamente in parapendio ma la meteo non ci ha concesso di volare, cosi giù a piedi fino al Chalten e cena meritata anche questa volta.



Qualche giorno di riposo e rivalutiamo la meteo, purtroppo continua ad essere instabile, niente di buono in arrivo per di più le pareti imbrattate. Io e Magda così decidiamo di fare una toccata e fuga a Cochamò in Cile che raggiungiamo con due autobus di circa 8 ore e un volo interno di 2 ore. A Puerto Montt viene a ‘ritirarci’ Diego un amico del posto, arriviamo a casa sua dove gentilissimo ci ospita. Da li organizziamo i cavalli per portare nella valle di Cochamò tutta l’attrezzatura per scalare, volare e campeggiare circa una settimana.


La valle è pazzesca! Bellissima, simile ad una Val di Mello ma più grande e con più vegetazione, le vallette trasversali ospitano dei ‘toboga’ bellissimi per fare il bagno, ricordano quasi la Corsica. Dal camping sono sempre dalle 2 alle 4 ore per raggiungere le pareti, ma ne vale la pena, quando ci si incammina sembra di essere nella giungla un bosco fittissimo che lascia passare solo qualche raggio di sole, poi di colpo “sbam”! la parete, la vedi solamente quando ci arrivi sotto.



Dopo qualche bella ‘vietta’ e un volo dalla cima dell’Elephant capiamo un po' la logistica del posto e partiamo per E.Z. Does it una via che porta sulla cima del Cerro Trinidad montagna simbolo del parco. Partiamo con calma per scalare al sole e raggiungiamo la cumbre nel tardo pomeriggio, come ci eravamo prefissati, le previsioni erano giuste! Il vento è perfetto una leggera brezza quanto basta per alzare la vela, far due passi e decollare, spettacolo! Decolliamo insieme e atterriamo dentro al camping La Junta, la discesa in parapendio è sempre la miglior scusa per preservare le ginocchia. Probabilmente il primo climb&fly dal Cerro Trinidad o forse di Cochamò da come dicono i local.


Non potevamo concludere al meglio, il giorno successivo smontiamo le tende carichiamo i cavalli e rientriamo a Puerto Montt, ultima sera da Diego e Camilla che ci preparano una cena degna di un ristorante stellato, davvero troppo gentili.



Lunedì 20 il volo di rientro per il Chalten, poco è cambiato qua, la meteo resta infernale, pareti sporche è probabilmente uno dei febbrai più brutti degli ultimi anni. Ora a me e Teo non resta che andare al Passo Guillaumet nella bufera per recuperare tutto il materiale lasciato su come deposito per una finestra che non è mai arrivata. Ma questa è la montagna, questa è la Patagonia, o la ami o la odi. Ad ogni modo contenti perchè ora siamo consapevoli che il nostro progetto è realizzabile nei tempi da noi prefissati 😎 Il 5 marzo si tornerà a casa dalla family, la voglia e tanta! soprattutto di una pizza vera ;) dalla Patagonia è tutto! passo e chiudo.


LEO



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